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Nelle nebbie del Po, al Valentino
quando il bianco si alterna col nero
delle notti d'inverno, a Torino
c'è un colore vivace e sincero.
Lo vedrai verso Porta Palazzo,
nelle fabbriche, a fine giornata,
e il tuo cuor batterà come un pazzo
nel vederlo: è il colore granata.
Se ripensi a quel grande Torino
(Rigamonti, Maroso, Mazzola)
ti commuovi davvero un casino,
ed un nodo ti serra la gola.
Si lottava col cuore, con fuoco,
si giocava con forza e coraggio.
"Filadelfia" era un campo di gioco,
e non già - come adesso - un formaggio.
Ed il tifo più sano, il più vero
nelle fabbriche, a scuola, al lavoro
è granata, e non già bianconero.
Sì, le busca, la Zebra, dal Toro!
I cugini? Puliti, perfetti.
Ma domandalo in giro: che vale
fare incetta di coppe e scudetti
solo grazie al favore arbitrale?